FlatTax

Caro Giuseppe, grazie per il tuo apprezzamento.

Il dilemma del politico-economista è appunto questo

  1. avere un numero maggiore di  “pompe di denaro” (imprese, vedi) da tassare
  2. tassare  di più le singole “pompe di denaro” 

I politici fanno i conti e la matematica dice loro

  • quando  io ho 5 “pompe” e le tasso  di 10 euro ciascuna le mie entrate sono 50 euro
  • quando io tasso 10 “pompe di denaro” e le tasso 6 euro ciascuna le mie entrate sono 60 euro

Le politiche economiche cercano di trovare un equilibrio dinamico tra imprese e tasse perché quanto più tasso le imprese tanto meno a loro è facile sopravvivere. A questo si aggiunge la difficoltà delle  imprese residenti in Italia di controbattere ai prezzi “cinesi” delle imprese che producono all’estero (per esempio in polonia o romania). Con la “Cina” l’Europa potrebbe mettere dazi, ma non ci sarà mai il dazio con i paesi dell’Europa …. quindi occorre armonizzare il sistema economico-sociale europeo.

La ricetta della Lega è la Flat Tax che ha l’obbiettivo  di aumentare il numero delle imprese (1) ossia delle “pompe di denaro” residenti in Italia, nella speranza che esse aumentino  tanto da compensare la riduzione delle tasse. Quando ci pensi bene è come se lo stato distribuisse aiuti alle imprese.

La cosa buona è che alcune imprese oggi non redditizie ( barbieri, calzolai, …) tornano alla portata degi italiani. Forse … perché ormai questo settore è in mano ai Cinesi.

Gli errori sono (ne cito due ma pesanti):

  1. In un mercato a “crescita 0” il fatturato (e quindi l’imponibile) delle imprese non può salire significativamente, quindi contare in un aumento degli introiti in conseguenza all’aumento del fatturato non è possibile.
  2. la riduzione dell’introito statale produce
    1. una riduzione dei consumi che  a sua volta
    2. deprime la possibilità di acquisto interno che a sua volta
    3. deprime lo sviluppo dell’imprese che volevi ottenere in partenza.
      A questo punto ti serve un prestito ( almeno inizialmente) per compensare la riduzione dei consumi pubblici legati alla flat tax. Per l’Italia non è la strada giusta perché ha già troppo debito da restituire.
  3. forzare il mercato ad un maggior consumo interno sic et simpliciter crea debito pubblico perché distrugge l’ambiente. Il ripristino di questo bene pubblico PERLOMENO costa, ma probabilmente è impossibile.

questo è il meccanismo della flat tax.

La flat tax non è (solo) un problema etico, è sopratutto un problema legato al dinamismo auto-costruttivo (ontico-costruttivo) socio economico.

Dal punto di vista del modello “Crescita Felice” il problema socio-economico  delle tasse viene risolto attraverso la Matrice. Quando ci pensi, vedi in realtà non è la quantità di tasse che conta, o da chi,  il punto nodale  è la finalizzazione delle risorse al ciclo di costruzione della trasmissione della vita nel quale sono inserito.  Questo genera il consumo esattamente necessario a sostenere le imprese e la società insieme. Ma inutile ripetere qui la Matrice,  ad essa ti  rimando.

Un caro saluto

Roberto

Distribuzione della ricchezza? Occorre modificare i cicli che la raggruppano

Abstract: È molto utile osservare il rapporto Oxfam sulla lotta alla povertà nel mondo per comprendere appieno la differenza tra l’azione di una organizzazione salvifica come lo è Oxfam ed un partito politico. La politica è la scienza e la tecnica costruttiva del reale e passa attraverso la costruzione dei cicli di quell’unico ciclo globale regolato da ciò che chiamiamo modello di sviluppo. L’equilibrio tra questi cicli porta alla distribuzione della ricchezza, occorre lavorare su di essi.

L’anelito “riduzione della povertà” è uguale per tutti, ma la soluzione reale del problema impone di partire dalla famiglia che è il primo distributore di ricchezza in ragione della necessità, e di passare poi alla sostituzione delle logiche che animano i cicli socio economici (ambientali).

A prima vista tutta la relazione Oxfam  “bene pubblico o ricchezza privata” corrisponde alla nostra affermazione della scorsa settimana di un confine “salvifico” che riporto qui di seguito:

C) …. La nazione moderna è delimitata dal suo confine salvifico, non certo dal suo confine geografico e i dazi si devono regolare di conseguenza. Ossia la nazione italiana è delimitata dai confini salvifici entro cui le persone accedono ad un ospedale in modo gratuito, ricevono la pensione, sono aiutati da vigili del fuoco e da carabinieri … ..

L’affermazione di questa necessità di confini salvifici sembrerebbe coincidere con quanto espresso da Oxfam in “bene pubblico o ricchezza privata”, rapporto presentato a Davos qualche giorno fa di cui segue l’estratto prodotto che si trova nel testo stesso

1. I governi devono prestare ascolto ai cittadini e adottare misure incisive per ridurre laBene pubblico o privatodisuguaglianza. Tutti i governi devono stabilire obiettivi e piani d’azione concreti per ridurre i divari economici, soggetti a precise scadenze e in coerenza con quanto stabilito dall’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile (SDG) n° 10 dell’Agenda2030 delle Nazioni Unite sulla riduzione della disuguaglianza all’interno e tra i Paesi. Tali piani devono comprendere azioni in tre aree: Erogare servizi sanitari ed educativi universali e gratuiti, mettendo fine alla privatizzazione dei servizi pubblici. Promuovere adeguate misure di protezione sociale per tutti e assicurare che l’erogazione dei servizi non acuisca il divario di genere, ma anzi possa fungere da livellatore a beneficio di donne e ragazze. .

2. Riconoscere l’enorme lavoro di cura svolto dalle donne supportandole con la messa a disposizione di servizi pubbliciche possano ridurre l’ammontare di ore di lavoro non retribuito a loro carico permettendo così un’emancipazione della propria vita professionale e politica. Investire in servizi pubblici quali acqua, elettricità e cura dell’infanzia per ridurre il tempo speso dalle donne per il lavoro non retribuito.

3. Porre fine a sistemi fiscali che avvantaggiano ricchi individui e grandi corporation, tassando in maniera equa la ricchezza e il capitale, e arrestando la corsa al ribasso sulla tassazione dei redditi individuali e di impresa. Contrastare inoltre pratiche di evasione ed elusione fiscale da parte di grandi corporation e individui facoltosi, e concordare a livello globale un nuovo set di regole fiscali più efficaci, dando pari voce ai Paesi in via di sviluppo.

La soluzione politica

Date soldi alla Caritas, quanto più ne avete, perché una soluzione non esclude l’altra. E ancora … prima di essere equivocati, confermiamo che il modello “Crescita felice” non è marxismo, ma lo stesso rimane modello alternativo.

Ed ora mostriamo la differenza. Anche se il contenuto salvifico finale è uguale, c’è una differenza fondamentale il nostro lavoro di politici e la soluzione Oxfam, ed è è il punto di azione.

 

Oxfam agisce sugli effetti: ci sono i miliardari e vanno tassati. Noi politici agiamo sulle cause attraverso la modificazione dei cicli che producono l’eccessiva disuguaglianza; Oxfam propone un intervento pratico di carattere etico , noi proponiamo interventi ontico-dinamici sostituendo i criteri di sviluppo della globalizzazione che producono una eccessiva disuguaglianza.

Analisi di Oxfam parziale ed errata

L’intervento di Oxfam risulta comunque interessante anche non se non ben centrato a causa  dei criteri utilizzati dei quali faccio seguire alcuni esempi

  1. NON mette al centro del problema della povertà famiglia, ma spezza il problema maschi e femmine. Come se nella stessa famiglia il maschio crapulone soggiogasse la moglie affamata. Sicuramente è così in alcuniluoghi e situazioni ma la situazione particolare non è generalizzabile a livello di modello di sviluppo, va trattata da un tribunale. Per questo Oxfam deve deformare i dati: ad esempio non rileva che 300milioni di donne occidentali sono immensamente più ricche di 300 milioni di maschi poveri … .
  2. l’errore di non riconoscere la famiglia come soggetto della ricchezza non fa cogliere la ricchezza reale. Per Oxfam è ricchezza solo ciò che si può trasformare in Euro ma non, per esempio, la cura familiare. Le donne vengono viste così come povere in quanto non possiedono euro … . Oxfam pensa così di valorizzarle, in realtà distrugge il prodotto della loro azione di cura che è un bene realissimo ma non trasformabile in euro: la famiglia ( punto 2). Quando si dice che la buona volontà non basta …
  3. Pone l’accento sulle persone ricche che non pagano te tasse. Accento ben posto (le tasse bisogna pagarle), ma non si domanda come mai le persone sono ricche o rimangano/diventino povereNon vede il ciclo autocostruttivo del sociale, si limita a registrare il dato presente.
  4. propone un passaggio da struttura privata a pubblica. Talune strutture pubbliche sono fatiscenti perché ci sono pochi infermieri, quelle private non possono accogliere chi non paga … come se il fatto di esserci pochi infermieri dipendesse dalla cattiva volontà politica: la soluzione è la tassa sul patrimonio dei ricchi. Ma perché non ci sono soldi pubblici? Oxfam non coglie il “problema della pompa” ( vedi le righe seguenti). Tutto ciò che viene affermato è giusto ma è mal aggregato perché non va alle cause.
  5. Non si domanda come l’istruzione possa generare concretezza, quale sia il suo fine concreto. Per esempio come mai alcuni medici africani si trovino a zappare, … . Sembra che prima occorra istruire, poi cercare di creare strutture (sanitarie) in grado di far lavorare questi medici. Sembra non cogliere l’armonia dello sviluppo. (la matrice)  …

La soluzione (onto) logica propria del politico

Quanto detto basta da una parte a rincuorarci ancora una volta perché la coincidenza delle analisi ci conferma di sostenere il giusto; e basta nello stesso tempo a farci disperare perché non c’è verso che l’attenzione venga attratta dall’armonizzazione dei fattori costruttivi, dai cicli.

Però, visto che noi siamo politici, tocca a noi riempire subito il buco.

La “pompa del denaro”.

La cattiva distribuzione della ricchezza è legata al fatto di vivere in questa rivoluzione industriale. Sono sicuro che tutti, da piccoli , abbiamo sognato la grotta del tesoro di “Alì Babà e i quaranta ladroni” oppure l’India favolosa di Sandokan.

Ma come mai in questi paesi non hanno più l’aura di ricchezza di un tempo?

Il motivo è che si è passati dalla zappa al trattore e non tutti l’hanno fatto. Siamo passati dalla zappa manovrata da un uomo e che faceva il lavoro di un uomo, al trattore manovrato da un uomo che fa il lavoro di 100 uomini.

Nel caso della zappa tutti erano occupati, se si voleva mangiare era necessario che in una campagna un uomo ( o una donna ovviamente) manovrasse quella zappa.

Ora non è più così. Dall’avvento del trattore in campagna 99 sono rimasti disoccupati e per questo sono andati in città per fabbricare trattori, o insegnare a scuola come si fa, o … . Però non tutti i senza lavoro si sono occupati di nuovo, in Italia circa 11 non hanno più trovato lavoro.

E questo cosa c’entra? C’entra, c’entra, perché il contadino meccanizzato guadagnerebbe come 100 lavoratori di zappa se solo non dovesse spendere il guadagno di 86 lavoratori per comperare il trattore ( e pagare la banca), il gasolio, … . A lui resta molto di più che il solo lavorare con la zappa, altrimenti il trattore non l’avrebbe mai comperato!

In questa “parabola della zappa e del trattore” abbiamo tutto quello che oggi ci interessa sapere: il contadino guadagna per 100 lavoratori, la sua azienda agricola (ormai è un imprenditore agricolo!) funziona come pompa di denaro verso la sua persona. La sua impresa è un ciclo socio-economico-ambientale e non può fare a meno di essere una pompa di denaro verso di lui perché altrimenti non potrebbe pagare il gasolio e ricomperare il trattore quando diventa obsoleto.

I miliardari sono tali perché posseggono le “pompe del denaro”.

I miliardari nascono così: hanno creato una pompa (l’impresa) che il denaro lo porta verso di loro. Generalizzando possiamo affermare che lo stesso movimento imprenditoriale provoca disuguaglianza, e non può fare a meno di farlo. Mentre ai tempi di Sandokan e Alì Babà l’importante erano le braccia che muovevano la zappa ora l’importante è possedere l’impresa industriale (mossa da energia artificiale) che pompi denaro verso di te. Per questo motivo tutti i paesi che per diversi motivi non si sono industrializzati sono rimasti senza pompa di denaro: da loro il denaro se ne va solamente.

La povertà e le “pompe di denaro”

La soluzione di Oxfam? Tassare i più ricchi, i possessori delle “pompe” in base alle ricchezze possedute, istruire i poveri, soccorrerli e sperare. Traduco per orecchie disattente: uno stato che è ricco, ha la sanità che funziona ecc. … deve tassare i possessori delle pompe e dirottare i soldi all’estero. Nessuna modifica di ciclo, la creazione di disuguaglianza continua e quindi c’è nessun nuovo modello, solo etica.

La soluzione di un modello di sviluppo? Generare cicli industriali in ogni paese in modo che accanto ad un pompa che porta denaro all’estero ce ne sia una che vada in senso opposto riportandolo in “Italia”. Per far questo ci vuole l’istruzione necessaria, quella necessaria a generare un supporto industriale (che funziona con energia artificiale).Mica è facile! È la soluzione, ma questa soluzione è impossibile nel modello consumista attuale che per esistere ha bisogno di creare “gigantismo” industriale concentrato in un luogo e della sopraffazione economica per ridurre i costi di produzione.

La soluzione di “Crescita Felice” ? Valutare la ricchezza sulla famiglia. Togliere dal sistema industriale le prestazioni che si possono fare direttamente tra persone come per esempio quelle familiari: se devo scegliere se avere una babysitter per andare a lavorare, oppure accudire direttamente mio figlio, “Crescita Felice” favorisce la seconda con tutti gli adattamenti che sono necessari; sceglie di istruirsi e di generare nuove pompe in modo che si equilibrino e nel Km 0 perché questo impedisce il gigantismo industriale . Favorire cioè una costruzione comunitaria dove ci sia un ’”equilibrio delle pompe”. All’interno di questa nuova comunità in rete non isolata ma sostanzialmente autonoma per la vita normale, va organizzata l’azione salvifica. Ma questa è una soluzione che avete già sentito tante altre volte e sapete che la sua realizzazione richiede la Matrice.

Conclusioni.

È giusto dar da mangiare agli affamati! È giustissimo dar da bere agli assetati! … L’azione del politico si discosta dal quella di Oxfam per il punto su cui applica la forza. Oxfam fa un appello di carattere etico (imponete lo 0,5% delle tasse in più sui patrimoni dei ricchi).

Diversamente da Oxfam il politico fa un opera di carattere ontico-dinamico, ossia mette in moto quei meccanismi ciclici socio-economici-ambientali in grado di funzionare anche con una disuguaglianza di ricchezza molto contenuta. Il suo lavoro è riequilibrare sostituendo i criteri di sviluppo dei cicli che ora generano povertà.

Lo strumento necessario al politico è sempre il solito. La Matrice

Indebitarsi col futuro, con i nostri figli

Ogni tanto, attraverso telefonate, discorsi a sagre e pranzi, ritornano argomenti come “debito truffa”, “denaro a credito e non a debito” … eccetera. Poiché sono un ragazzo molto concreto e terra terra e mi sono stufato di rispondere personalmente, scrivo le osservazioni fondamentali  prendendole da un testo che era già pronto. Prego chiunque sia interessato  al problema circa la  liceità del debito …di diffonderlo. Se ci saranno delle obiezioni fondate sappiatemelo dire.

1Il denaro è lo strumento per scambiarsi il lavoro

Una buona parte delle risorse italiane è dedicato a pagare il debito. Ma per maneggiare il debito occorre sapere che cos’è il denaro, per lo meno per sommi capi. Da sempre il denaro è lo strumento che l’uomo usa per scambiarsi il lavoro1.

Per un ora di lavoro tu mi dai 10 euro e con quei 10 euro io compro il lavoro del panettiere, del contadino … .

Non vogliamo fare un trattato sul denaro, ci basta saperlo per sommi capi, quel tanto che basta per comprendere cosa sia un debito: il debito è la quantità di lavoro che devo ad un’altra persona .2

Da dove prendo il denaro: Il denaro, ossia il lavoro dell’uomo, lo posso prendere dal passato, dal presente o dal futuro.

  1. Il denaro-lavoro lo posso prendere dal passato e in questo caso chiamo la sua fonte risparmio. Ho lavorato per gli altri di più di quanto gli altri hanno lavorato per me: ora che sono vecchio, usando il mio “credito di lavoro chiamato risparmio” chiedo al panettiere di lavorare per me. La misura del mio credito si esprime in €.
  2. Lo posso prendere dal presente. Io lavoro per te e tu mi paghi 10€ ora.
  3. Il lavoro che mi serve da te oggi lo posso prendere dal futuro. In genere lo chiamiamo debito, o mutuo, o con altri nomi. Nel caso del “mutuo prima casa” lo scambio di lavoro funziona così: voi operai lavorate oggi per me a costruirmi la casa, io mi impegno a lavorare per voi muratori per 30anni. Il mio lavoro si trova nel futuro, lo strumento necessario per trasferire nell’oggi il lavoro del futuro oggi si chiama  denaro. Il garante del processo che trasferisce il lavoro dal futuro all’oggi attraverso il denaro si chiama Banca.

La banca crea necessariamente denaro fasullo a debito

Quando contraggo un debito col futuro come nel caso del mutuo, poiché il debito in lavoro finirò di pagarlo fra 30 anni, la banca stampa denaro che non corrisponde ancora ad alcun lavoro e me lo consegna in modo che io possa pagare gli operai che mi costruiscono la casa. In un certo senso è denaro fasullo perché è collegato al lavoro che farò ma non ho ancora fatto. Il denaro è collegato al mio impegno di PAGARE.

Per questi motivi il denaro che mi dà la Banca, garante di tutto il processo che estinguerà il mio mutuo, quel denaro che mi dà può essere solo a debito, non certo a credito. Figurarsi. Quando non c’è alcuna crescita economica mano a mano che pago il debito, il denaro viene tolto dalla circolazione, ma non è la situazione odierna.

Il debito in denaro è il debito in lavoro che prendo dal mio futuro

Il denaro e il debito PAGATO sono la base del dinamismo della società. Quando togliessi il denaro e il debito con il futuro non sarei più in grado di costruire la società industriale odierna perché non ho più lo strumento per sintetizzare le azioni costruttive delle persone.

Al di là da ogni distorsione PRESENTE nel reale, possiamo concludere così: oggettivamente il debito è il lavoro che prendo dal mio futuro e poi restituisco. Lo strumento per scambiare lavoro è il denaro. La società sorregge la sua costruzione nella misura in cui è in grado di garantire che io onori questo debito in lavoro/denaro.

l’interesse copre la possibilità che io muoia prima di aver pagato il mio debito

Non possiamo dilungarci sul denaro/lavoro dell’uomo, ma una parola siamo costretti a spenderla sull’interesse che viene applicato sul denaro/lavoro che prendo a prestito dal futuro. Nel caso del mutuo, per esempio, io mi sono impegnato a lavorare per 30 anni e restituire così il mio debito di lavoro a chi mi ha costruito al casa. Ma potevo farlo? Sarò vivo tra 30 anni? Sappiamo bene che nessuno può affermarlo con certezza: tra i molti casi di prestito ci sono alcuni casi che non potranno restituire, è fisiologico. L’interesse applicato da un ente come la Banca che mi eroga il mutuo, copre la possibilità che non lo faccia qualcuno di quelli che ha sottoscritto “lavorerò per te nei prossimi 30 anni”. 

Al di là di ogni distorsione e situazione3 che ben conosciamo possiamo concludere così: l’interesse è quella quota di lavoro in più necessario a garantire alla comunità che mi ha prestato il denaro (e che mi ha costruito la casa ma non solo la mia) di essere risarcita nel tempo di tutto il lavoro eseguito di tutti. Un interesse più alto è usura.

Il debito che posso contrarre ha dei limiti ontologici

Visto che denaro e lavoro sono correlati strettamente, il debito che è possibile contrarre è commisurato alla quantità di lavoro che posso dedicare al risarcimento, ha perciò limiti temporali e quantitativi.

È ovvio per tutti che un mutuo di 100 anni non si può fare perché la mia attività lavorativa non dura tanto.

È altrettanto ovvio che il costo dell’interesse ( ossia del pericolo che io non restituisca il lavoro preso in prestito con gli interessi del caso) non può superare la parte del mio stipendio che non mi è necessaria a vivere. Poiché ora ho la possibilità di pagare 300€ al mese, non posso certo comperare una villa da 2 milioni di euro!!!!! Questo vale anche per l’Italia, per cui non può superare il limite del 130% del PIL.

In Italia  c’è un problema con gli interessi del debito pubblico, vediamo qui di seguito come risolverlo senza fantasie tipo,

  1. il debito non esiste perché la banca ha solo stampato soldi fasulli (certo che i soldi erano fasulli, altrimenti come fai a prendere soldi dal futuro?). È la restituzione che li fa diventare reali.
  2. Il debito l’ha fatto Berlusconi e quindi io non lo pago.
  3. Il debito esiste perché i soldi vengono stampati a debito. Come sopra, certo che i soldi del debito vengono stampati a debito come quelli del mutuo, li vuoi pure a credito?)
  4. … eccetera

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Tuto il resto, cosa è il commercio, la finanza, cosa sono gli interessi, cosa è uno strumento, una macchina utensile, contiene al fondo questa semplicissima verità. Il denaro è obbligatorio per lo scambio del lavoro a distanza o globalizzazione,

Deuteronomio, schiavo

Le distorsioni come l’usura la conosciamo bene, le situazioni sono moltissime e riguardano la struttura comunitaria. Per esempio in una società garantita dalla carità sociale come nel medio evo era vietato prestare “con interesse” e questa società era (talvolta) possibile perché lo scambio di lavoro avveniva con prestazioni dirette. La cosa però è impossibile nel mondo globalizzato e dinamico dove lo scambio avviene a distanza tra culture diverse e con il futuro.

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